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Cous Cous Blues di Dario La Rosa (Bookabook) - recensione

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Però, una cosa insieme l'avevano fatta: era il giornale di satira ispirato al mezzo a tre ruote che domina una buona fetta dell'economia del terzo mondo. Mandarono in stampa il numero zero di Ulapino dopo avere passato settimane a ridere a crepapelle per le corbellerie che ci avevano messo dentro.

Iachìno Bavetta e il suo amico Gerlando, due giornalisti di satira per il giornale Ulapino, riportano le notizie di cui si parla di più ma con un tocco di sana satira incuriosendo molti lettori a Palermo e dintorni. Ma quando trovano la possibilità di essere partecipi di intrighi e stranezze in prima linea, non si tirano indietro dall'indagare tra un buon piatto fumante e gite fuori porta.
Il libro Cous Cous Blues di Dario La Rosa, edito Bookabook, raccoglie così tre brevi storie nelle quali Iachìno indaga alla ricerca della verità.

Prezzo cartaceo 14€/ Prezzo Ebook 6,99€ per un totale di 219 pagine.

Tutta questa storia poteva essere un flop. Coincidenze e stranezze che erano entrate nella loro mente come i canditi nella cassata. Potevano avere solo perso tempo [...].

Il linguaggio dell'autore rientra per lo più nell'area semantica del cibo: non solo ci vengono illustrate ottime e sane ricette siciliane, ma anche similitudini e metafore afferiscono all'ambito culinario. Anche i titoli delle tre storie, difatti, sono legate a questo aspetto:
1. Le panelle di Tanino Speciale
2. La pasta coi ricci di Iachìno Bavetta
3. La salsiccia al pepe rosa del signor Politi

La preparazione delle ricette, tra l'altro, è l'espediente utilizzato dall'autore per sottolineare un'altra sana abitudine che pian piano sembra essere dimenticata dai più giovani: divertirsi e impegnare il tempo libero in modo semplice, ad esempio dando una mano in cucina. Quando Internet non faceva parte delle nostre vite non era difficile trovare come impegnare il tempo. Sopratutto se ci trovavamo in campagna e allora era tutto un preparare spremute con i frutti più amari e improbabili e offrirli alla nostra famiglia.

[...] dalla cucina, arrivava il profumo della marmellata di fichi [...]. Carmela l'aveva fatta con i figli neanche una settimana prima, con i frutti raccolti in campagna al tramonto. [...] I bambini avevano schiacciato e pestato la polpa in cucina, dopo aver tolto la buccia con le unghie. Quando non c'era il mare a tenerli occupati o la bicicletta a farli divertire, era così che trascorrevano il pomeriggio, facendo dolci, biscotti alla cannella e conserve.

Ecco allora che possiamo provare a definire il genere nel quale rientra questo libro: dalla trama sembrerebbe un classico giallo ma condito da paesaggi e sapori della nostra Sicilia. In realtà l'aspetto "misterioso" delle storie narrate è soltanto il mezzo per raccontare molto di più: sono le ricette, i colori, il mare e i profumi di questa terra i veri protagonisti. Il mistero da risolvere allora diventa interessante soltanto se lo si guarda in questa ottica, altrimenti vi risulterà noioso e non accattivante se aspettate di leggere un giallo tradizionale.

«Sa, quest'isola, fino a qualche tempo fa, era un deserto di bellezza. [...] A me piaceva il mare, affondare i piedi fra le migliaia di alici sui pescherecci e andarmene là sotto, nel blu, come Colapesce. Un tempo il cous cous lo facevo con i pesci pescati da me.»

Infine riguardo lo stile narrativo è molto scorrevole e non indugia troppo su espressioni siciliane che potrebbero risultare incomprensibili a molti. Dunque se volete conoscere un po' la nostra terra tra stranezze, tradizioni, sapori e colori allora questo libro farà al caso vostro!
Noi ringraziamo ancora una volta la casa editrice Bookabook per averci fornito una copia di questo bel libro per dirne la nostra!

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