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Ci vediamo presto - recensione

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Le vite di Isabel e Andreas hanno subìto un notevole cambiamento dopo il loro "fatale" incontro che li ha spinti l'uno tra le braccia dell'altra. Ma le scelte di lei hanno determinato la fine di una fiaba che forse avrebbe dato loro la vera felicità. Errori, menzogne e dolciamare verità hanno segnato le loro vite, ma sarà davvero tutto finito? O forse quella chat di Facebook e gli occhi azzurri di una neonata potranno dare loro una nuova possibilità?

I due protagonisti de La distanza tra me e te, tornano in Ci vediamo presto di Lucrezia Scali, un romanzo edito da Newton Compton Editori.


Prezzo cartaceo 9.90€/ Prezzo Ebook 3.99€ per un totale di 320 pagine.
La prima scelta di Isabel è quella di tornare dal marito e non assecondare quell'istinto che l'avrebbe condotta tra le braccia di Andreas. Non appena scopre di essere incinta, vedere la gioia negli occhi di Mattia (il marito) la convince di aver fatto la scelta migliore. E se non fosse figlia sua? E se tacere il tradimento e costruire una famiglia con lui non sia davvero l'opzione migliore?
Le domande che la tormentano sono tante e continue, finché il naturale corso degli eventi la porrà di fronte ad altre scelte. E allora forse la sua vita prenderà una piega ancora diversa dal bivio in cui si era trovata prima.

«Forse non te l'ho mai detto così apertamente, ma io ti giuro che se avessi un desiderio da esprimere, chiederei di riavvolgere il tempo e tornare indietro. Di avere più coraggio, di mettere via la razionalità che non mi ha portato da nessuna parte [...].»


Quante volte tutti noi abbiamo elaborato questa stessa riflessione, quante volte avremmo voluto tornare indietro e non commettere un errore. A volte, però, come ci dicono spesso, gli errori servono per ripartire e fare di meglio nel futuro.
Ecco allora che interviene Isabel per darci una grande lezione di vita: sbagliare è facile, riconoscere e rimediare all'errore è un atto di coraggio non indifferente. Lei riesce a riconoscersi a un certo punto come una bugiarda cronica  e una grande egoista. Quanti di noi sarebbero capaci di ammettere una cosa del genere a sé stessi?

Per non parlare del successivo passo: parlare dei propri errori agli altri.
Non tutti sono disposti a mettersi nei panni dell'altro, a comprendere i suoi errori. Puntare il dito, dire che una persona abbia sbagliato, che non avrebbe dovuto comportarsi così è davvero facile a chiunque. Perché finché qualcosa non la vivi personalmente non saprai mai cosa avresti fatto tu al posto dell'altro.
In questo siamo ricadute anche noi durante la lettura, ma solo perché siamo tra quelli che vorrebbero evitare le "complicazioni". Ovvero vorremmo che si dicesse tutto e subito perché si sa che dopo le situazioni possono anche peggiorare. Ecco perché ce la prendiamo con i personaggi delle serie tv che non dicono subito la verità, ecco perché abbiamo criticato Isabel.
Ma, a differenza di quelli che sputano cattive sentenze gratuite, noi riusciamo a comprendere le ragioni dell'altro ma pensiamo che la verità sia l'alternativa migliore in ogni caso.
Così alla fine "perdoniamo" questi personaggi e viviamo le loro storie come fossero nostre.
Fare il tifo per il lieto fine, per la vittoria del vero amore ci viene spontaneo.

Non mi è mai piaciuta la gente che parla come se conoscesse tutte le risposte. Sanno tutto loro, si credono dei tuttologi. [...]
Siamo tutti bravi a puntare il dito e sparare a zero. Una scarica di proiettili, più veloci di una mitragliatrice, che ti colpiscono quando sei già a terra.
Facile giocare così.

Di che amore parliamo? Quello sincero, disinteressato e stupido, perché ti fa svegliare con un sorriso ebete sulle labbra. Ti rende allegro senza una ragione apparente, ti fa credere di essere vittima di un sortilegio perché non ti spieghi come fai a esserti rincretinito all'improvviso. Insomma parliamo di Andreas che, dopo aver sognato Isabel tutta la notte, sa di essere spacciato e che riprendersi quella donna è di vitale importanza!

Quella mattina mi ero svegliato con una sola parola nella testa: Isabel. E come un perfetto idiota, sorridevo al mondo ancora prima di aprire gli occhi. [...]
Com'era possibile, non lo sapevo. Forse ero vittima di un incantesimo d'amore?



Dobbiamo ammettere che lo stile di questo libro è un po' diverso dai soliti romance: è reale e concreto ma anche riflessivo e romantico. 
Ci spieghiamo meglio. Questa storia mette in scena dei personaggi che sono persone, che possono rispecchiare noi o chi vive accanto a noi. Nessuna favola può abbellire le difficoltà della vita vera ed ecco allora una "fiaba reale", un lieto fine ambientato nella realtà. Insomma è come se volesse dirci che le cose belle accadono anche a noi uomini, ma solo se accettiamo che ai momenti belli si sommano inevitabilmente anche quelli complicati.

Che dire ancora? Leggetelo e provate a immedesimarvi nella loro travagliata e reale storia d'amore!
Ringraziare, dunque, Lucrezia Scali e la casa editrice per averci permesso di leggerla e recensirla, è d'obbligo.

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