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La nave sepolta di John Preston (Salani Editore) - recensione

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«La zona di Sutton Hoo House è nota da sempre come 'Piccolo Egitto'» spiegai. «Senz'altro per la presenza dei tumuli. Si raccontano mille leggende in proposito. La gente dice di averci visto strane sagome danzanti, nelle notti di luna. Persino un cavallo bianco. E le giovani del posto ci vanno a dormire, quando vogliono un figlio».

Estate 1939. La guerra è imminente, ma l'archeologia infiamma gli animi di alcuni abitanti del Suffolk.
Edith Pretty, proprietaria del terreno in cui degli strani tumuli nascondono un tesoro inestimabile, chiede aiuto all'archeologo autodidatta Basil Brown.
Arriveranno tempi duri e disgrazie, ma la passione per la riscoperta del passato è forte. Soprattutto quando lo scheletro di un'antica nave emerge dalla terra.
Che ci farà mai laggiù?

Ecco la trama del romanzo di John Preston, La nave sepolta, edito da Salani.

Prezzo cartaceo 15,90€/ Prezzo eBook 8,99€ per un totale di 260 pagine.

I FATTI 

La narrazione non è frutto dell'immaginazione dell'autore, o almeno non del tutto. Il punto di partenza è certamente storico, dal momento che il ritrovamento della nave è davvero avvenuto a Sutton Hoo, nel Suffolk, alla fine degli anni Trenta.
Naturalmente ai fini narrativi Preston ha inserito dettagli e conversazioni da lui appositamente ideate per consegnarci un romanzo e non un report di scavo archeologico.

Una foto d’epoca degli scavi di Sutton Hoo nel 1939 (dal Web)

LO SCAVO ARCHEOLOGICO

Trovare un libro che racconti cosa sia davvero uno scavo archeologico è davvero un evento straordinario. Perché no, l'archeologia non è quella di Indiana Jones né di Lara Croft. Non ha nulla di avventuroso, o per lo meno l'avventura ha tutt'altra concezione.
In questo romanzo John Preston descrive uno scavo archeologico molto vicino alla realtà, ma, attenzione, è pur sempre una modalità di scavo dei primi decenni del secolo scorso.
Oggi l'archeologia si è evoluta e ha apportato molte e notevoli modifiche per acquisire tutte le informazioni possibili su un determinato contesto.

«Il signor Brown dice che nel suo mestiere serve fiuto. E mi ha anche spiegato quello che fa. Prima scava un solco attraverso il tumulo. Come una trincea. E poi va più a fondo. Per capire se sotto lo spazio è cavo».

Ad esempio, l'uomo addetto allo scavo, Basil Brown, non è affatto un archeologo. Potremmo dire che sia un esperto del terreno del Suffolk, che conosca bene la sua storia, ma non ha studiato nulla a proposito di archeologia imparando tutto dal padre o da autodidatta. Oggi una cosa del genere sarebbe inconcepibile.

«Mio nonno conduceva ricerche qua e là. Solo un hobby, sia chiaro. Poi mio padre mi insegnò a capire il suolo. Lo aveva studiato a fondo, il suolo del Suffolk. Nessuno lo conosceva bene quanto lui. Dicevano che bastava mostrargli una manciata di terra, presa da qualsiasi punto della contea, e lui ne indovinava la provenienza».

IL RITROVAMENTO 

Non si tratta di un giallo, quindi non è una sorpresa (né spoiler) che il ritrovamento finale sia una nave. L'unico dubbio è che si tratti di un'antica imbarcazione vichinga o addirittura anglosassone: lo scoprirete solo leggendo.

«Ãˆ una nave che è stata sepolta sotto questo tumulo».
Lui scoppiò a ridere. «Perché mai avrebbero seppellito una nave?»
«Perché questa è una tomba».

Se noi ci fossimo trovate lì e avessimo trovato una nave del genere ne avremmo parlato per anni. Sarebbe stato uno dei momenti più belli della nostra vita! Ma va be', ci accontentiamo dei piccoli scavi a cui abbiamo partecipato in Sicilia.

DAL LIBRO AL FILM

Avevamo già guardato il film Netflix dedicato al romanzo e siamo state contente di apprendere quanto si sia attenuto al libro. Se volete guardarlo noi ve lo consigliamo, non è affatto male.
L'unico appunto da fare è che, come sempre accade, nella trasposizione cinematografica alcuni rapporti tra i personaggi sono stati romanzati: quelle che sono labili allusioni nel libro diventano eventi ben definiti e scene dettagliate nel film.


Che dire ancora?
Da brave archeologhe non abbiamo potuto che apprezzare un romanzo del genere che parte da un fatto storico e archeologico.
Lo stile è scorrevole e, almeno per noi, affatto noioso. Forse il ritmo non è molto incalzante, anzi a tratti più lento e descrittivo, ma a noi non è dispiaciuto.


Non ci resta che ringraziare la casa editrice per averci fornito la copia omaggio e dato la possibilità di leggere questa storia.

Se volete acquistare il libro lo trovate anche su Amazon.

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2 commenti

  1. Per me che sono appassionata di archeologia è già intrigante così. Lo leggerò sicuramente, ma prima di vedere il film!

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  2. imbarcazione vichinga? wow sarebbe davvero un ritrovamento eccezionale! lo consiglierò a mio fratello che è appassionato di questo genere

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