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Sulla linea di mira - recensione

15:14

Bombardare il treno? Chi è che ci attacca? Siamo già arrivati in Russia? Tutte queste domande mi affollano la mente e per un momento mi destabilizzo, poi anche io comincio a sentire il rumore di aerei in arrivo in lontananza. 

La guerra, quella condizione per cui un uomo va contro un altro uomo senza odio ma solo per necessità, di salvarsi la vita, di tornare a casa dai suoi familiari, di arrivare ad una pace. Ma chi davvero fa la guerra se non i potenti che poi mandano al massacro i giovani?
La guerra è un po' come una partita a scacchi: c'è chi comanda e chi compie le prime mosse, ci sono strategie, contromosse e rischi. Ma una volta finita la partita da entrambi i fronti non resta altro che morte e distruzione..
È proprio questo che ci viene raccontato in Sulla linea di mira da Michele Mazzoleni: una storia realmente vissuta da un reduce di Bergamo, che partito nel 1942 con la divisione Tridentina dal Piemonte verso il fronte russo, non farà altro che vedere soprusi, violenze, morte.
Chiedersi se potrà mai rivedere i suoi e tornare a casa non è una domanda con risposta certa.
Un diario di un terribile viaggio che ha segnato la vita di molti uomini solo pochi anni fa.

Prezzo cartaceo 10€/ Prezzo Ebook 1,49€ per un totale di 198 pagine.


Come ci si aspetta che sia la vita di un soldato? Una vita di tensione, di paura, di stenti e di sopravvivenza sicuramente. Una vita concentrata sul presente per non morire, ma rivolta anche al passato, a ciò che ci si è lasciati alle spalle per non perdere di vista la propria umanità.
Sì perché la guerra rende brutali assassini, insensibili e crudeli, ma solo se sopportare la paura e il dolore delle perdite diventa insostenibile.

Sto pregando ora al chiaro di luna ormai al tramonto, supplicandola di portarmi a casa vivo al più presto ed aver la possibilità di un futuro con la mia fidanzata. Nella mia mente rivedo il corpo di Sergio riverso sulla pista con il sangue che si spandeva sulla neve. Ieri scherzavamo assieme oggi già non c'è più.




I soldati allora non erano altro che uomini, che in ogni modo si prostravano agli ordini che venivano loro impartiti per necessità. Ed è per questo che instaurare amicizie con il nemico in momenti di tregua non era poi così insensato o ingiusto. Ecco perché i soldati hanno solitamente disprezzato la guerra, la guerra è divisione, odio e morte.


"La guerra è una carogna schifosa, dovresti saperlo. Quando tutto questo sarà finito tornerà la serenità proprio come da noi. Ãˆ solo una questione di tempo".

Leggere delle pagine come queste è un'esperienza molto forte, soprattutto se il linguaggio è davvero comprensibile e chiaro nell'esposizione di contesti e situazioni.

Ancora qualcuno di noi potrebbe rivedere in tali circostanze i racconti dei nonni, dei padri, che hanno vissuto e visto tutto questo.
Proprio qualche settimana fa la nostra prozia ci ha raccontato con dolore quanto abbiano dovuto sopportare e quanto abbiano subìto a causa di bombardamenti e distruzioni. Vedere adesso l'altra faccia della medaglia, quella di coloro che hanno dovuto imbracciare un'arma e gettarsi nella mischia, completa un quadro agghiacciante ai nostri occhi.

Non ci resta che ringraziare l'autore per averci consentito di leggere questo libro e di conoscere un po' meglio una parte delle vicende storiche del nostro passato che più ha segnato i nostri paesi.

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