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La cacciatrice di storie perdute - Review Party

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Vivere un dolore può risultare un'esperienza realmente distruttiva, logorante fino alla perdita di sé stessi. Si giunge così ad una non-vita dove l'altro al di fuori di sé diviene uno sconosciuto, un fantasma che non vive e vede quel mostro che ci cresce dentro.
Jaya ha provato questo dolore, per tre volte, a causa di altrettanti aborti che l'hanno allontanata dal suo Patrick, l'uomo della sua vita. Una notizia improvvisa la persuade a partire per l'India, la terra natia dei suoi genitori, un luogo che potrà distrarla dalla sua tetra quotidianità a seguito della separazione da Patrick.
Un luogo esotico, ricco di tradizioni e religioni differenti, pieno di colori, balli e divinità, potrà curare il suo dolore o sarà solo un piccolo interludio inutile?

Ecco la trama de La cacciatrice di storie perdute di Sejal Badani, edito da Newton Compton.


Prezzo cartaceo 9,90€/ Prezzo Ebook 2,99€ per un totale di 440 pagine circa.
«[...] Le tue paure ti raccontano ciò che non vuoi sentire, ma ti fanno più male che bene».
«Ãˆ per questo che sei in India, Jaya? [...] Per affrontare le tue paure? O per fuggire da esse?».
[...]«Sto fuggendo da esse».

Inizialmente l'esperienza della protagonista si traduce con una vera e propria fuga da una vita che le provocava soltanto dolore. Ma la sua esperienza in India e i racconti del domestico Ravi la aiuteranno pian piano a riscoprire le sue origini e comprendere quanto il dolore non viva in un solo essere umano e che esso si declina in diverse forme.
La povertà e una vita di stenti caratterizza molte città indiane e Jaya può testarlo con mano inoltrandosi per le vie: vedere bambini sporchi mendicare e chiedere il minimo per merce anche pregiata, pur di portare qualche soldo alla famiglia, muove qualcosa in lei. E poi quando raggiungerà l'orfanotrofio del paese si renderà ancora più conto di quanto dolore ci sia nel mondo.

La narrazione si articola in capitoli in cui la voce narrante è Jaya e capitoli in cui è la nonna Amisha a raccontare la propria storia. In realtà è come se noi sentissimo l'anziano Ravi raccontare a Jaya di sua nonna, morta tanti anni prima.

La nonna è un personaggio davvero straordinario, una donna affettuosa e generosa che tende a rompere gli schemi, per quanto le sia concesso in una società così chiusa come la sua. In particolare il suo più grande desiderio è poter scrivere, non limitandosi alla sua lingua dal momento che una scuola inglese consentiva agli Indiani di frequentarla.
Amisha, però, vi andrà in quanto insegnante, potremmo dire di scrittura creativa, di storie, di fantasia: il suo obiettivo era liberare tutto ciò che ciascun bambino teneva dentro di sé tramite dei racconti. Esattamente allo stesso modo in cui lei si esprimeva.

«Chiederò agli studenti di mettere per iscritto quello che si annida nei loro giovani cuori. [...] Insegnerò loro, quando viaggeranno con le loro storie, a rispettare le persone che incontreranno e i loro valori. Non sta a noi giudicare gli usi e i costumi degli altri, ma possiamo sfruttare l'occasione per imparare. [...] Perché quando tendi la mano in segno di rispetto, sarai a tua volta accolto con benevolenza».

Il rapporto con un luogotenente inglese, tenuto alquanto segreto per non creare scandali sociali, è semplice e sincero: tra loro si svolgono dialoghi comprensivi che consentono loro di scoprire mondi diversi dal proprio.

Lo stile è spesso accorato e malinconico ma si tinge di quei sentimenti belli e forti dell'amore, dell'amicizia e della fiducia che rende questo libro davvero straordinario.
Strappa anche qualche lacrima e lascia abbastanza contenuti su cui riflettere.

Un ultima nota che ci preme fare riguarda il titolo: l'originale The storyteller's secret a nostro parere è molto più calzante rispetto alla traduzione italiana che ne è stata data.

Fosse per noi continueremmo a parlarvi all'infinito di questo libro che contiene così tante tematiche e considerazioni a non finire. Ci limitiamo, però, a raccomandarvene la lettura e a chiedervi di farci sapere che ne pensate.

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3 commenti

  1. Mi aveva colpito la trama e leggendo anche la tua recensione è davvero toccante,da leggere sicuramente.

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  2. davvero bellissimo, mi hai molto incuriosita, mi piace molto la trama e la trovo proprio il mio genere quello adatto alle sere prima di andare a letto

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  3. Al di là del titolo che mi attira già molto, trovo che il romanzo ci possa avvicinare in qualche modo alla cultura indiana, così lontana e per questo carica di fascino.

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