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La notte del diavolo di Fabrizio Carcano (Mursia Editore) - recensione

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Tuttavia, la City era ripartita. Nel bene e nel male.
La gente aveva ricominciato a vivere.
Qualcuno anche a uccidere. Era inevitabile che accadesse.
Per quello c'erano sbirri come lui: il vicequestore Bruno Ardigò, dirigente responsabile della Sezione Omicidi e reati contro la persona della Questura di Milano.
Colleghi e giornalisti da qualche anno lo avevano ribattezzato il Cacciatore di assassini.
Dopo vent'anni trascorsi alla Omicidi ormai sapeva fare solo quello: braccare menti malate o violente.

Estate milanese 2020. La vita riprende a un ritmo diverso dopo la quarantena, più lento ma quasi in modo regolare. Di certo questo accade tra le menti criminali che hanno ripreso la loro attività a pieno ritmo. Un ritmo di sangue, morte e riti satanici.
Un uomo viene ritrovato, soffocato, dentro un sacco dei rifiuti. È nudo e ha strani tatuaggi demoniaci sul corpo. Per il vicequestore Ardigò si apre un nuovo inquietante caso tra antichi ossari e cimiteri seicenteschi.

Ecco la nuova indagine che ruberà il sonno a Bruno Ardigò nel nuovo romanzo di Fabrizio Carcano, La notte del diavolo, edito da Mursia editore.

Prezzo cartaceo 17€/ Prezzo eBook 9,99€ per un totale di circa 250 pagine.

Nel Tempio della Notte. 
Un luogo reale di leggende ammantate di crudeltà, un tempio ipogeo utilizzato dai massoni come dai carbonari, all'interno del parco di una villa ottocentesca, Villa Finzi, diventata un giardino pubblico. Era in quel buco nero che si era consumata l'orgia satanica in cui era stata soppressa quella malcapitata.

Soffermarci sulle vicende del caso comporterebbe inevitabilmente anticipare troppo, ma vogliamo spendere comunque due parole sulla storia.
Il vicequestore ha un metodo di indagine particolare che si basa non soltanto sugli indizi rinvenuti nelle scene del crimine o dedotti dalle analisi di laboratorio sui corpi, ma si avvale di un aiuto "straordinario".
Non c'è nessun Watson per Bruno Ardigò, il suo nome è Morena. Un ermafrodito che nei suoi deliri onirici vede molto più di quanto gli occhi umani potrebbero fare, diventando un collaboratore essenziale per i casi di omicidio.

Tre casi diversi distanziati di quattro anni per tre procure diverse: Pavia, Monza e Lodi. 
Le schede delle ragazze raccontavano la stessa storia triste e tragica: tutte albanesi, minorenni, irregolari in Italia. 
Scorreva foto, date, cognomi, luoghi di nascita, segnalazioni di scomparsa.

Si scoprirà in breve tempo, infatti, che il caso dell'uomo rinvenuto nel cosiddetto Tempio della Notte non è un caso isolato e affonda le sue radici in riti e sacrifici degli anni precedenti e in diverse città d'Italia.

Un'orgia conclusa con un sacrificio?» 
«Nei solstizi estivi, nella tradizione arcaica e pagana, era questa l'offerta al Dio delle Tenebre: una giovane vita umana, sangue innocente, sangue caldo, per dare forza al Sole calante.»

E per quanto il diavolo abbia messo lo zampino in questa storia, è l'uomo a compiere le sue scelte. E le ragioni che muovono un essere umano all'omicidio non sono mai soprannaturali. Forse è questo il messaggio che le vicende di Milano vogliono tramettere al di là dell'avvincente giallo che intriga i lettori per il piacere stesso della lettura.

Riguardo l'ambientazione ci teniamo a dire che lo scrittore ha davvero una notevole capacità descrittiva che lascia che ci si immedesimi totalmente: i luoghi, tenebrosi e non, di Milano risultano vividi agli occhi di chi legge. Motivo per cui anche chi non avesse mai visto la città può immaginarla con chiarezza nella propria mente.
 
Il punto di vista narrativo non è affidato totalmente al protagonista, ma spazia tra diversi personaggi dando una panoramica molto ampia degli eventi. Non sempre, però, risulta subito comprensibile: a volte comprendere a chi "venga data parola" non è così immediato. Tra l'altro (e questa è una nota di mamma) i flashback che si alternano alle vicende del presente lasciano un po' perdere il filo del discorso.
Ciò non significa che la storia ne risenta, ma forse il consiglio che ci verrebbe di dare al lettore è di tenere accanto un taccuino per riportare nomi ed eventi salienti. Lo facciamo anche noi da un po' di tempo con gialli e thriller, così che seguire le vicende e "indagare" insieme ai protagonisti renda la lettura persino più avvincente.

Lo consigliamo? Sì, a tutti gli amanti del genere noir e dei misteri.
A noi non resta che ringraziare Mursia per aver rinnovato l'interesse a collaborare con noi e per averci consentito di dire la nostra!
 

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