La mattina dopo, la letterina che Emma e Rosa hanno messo sul davanzale non c'è più. Così sono spariti la biada e il latte. Allora Santa Lucia è passata!
Le bambine corrono a guardare nelle loro scarpine: in ognuna trovano un mandarino e una caramella.[...]
Le bambine ritornano allegre nella loro stanza, girandosi tra le mani ognuna il proprio mandarino e la propria caramella.
"Cos'avevi chiesto tu nella letterina?" domanda Rosa.
"..."
"..."
"Un pranzo tutto intero al ristorante [...].
"E tu?"
"Una torta al cioccolato e la panna [...]. L'ho vista una volta disegnata su un giornale."
Emma e Rosa sono due bambine come tante altre, abbastanza povere ma mai a tal punto da darlo a vedere ai propri genitori. Vorrebbero di più, certamente, ma sanno quanto mamma e papà si spendono per loro.
Sono i primi anni del Novecento e tutto è più semplice, perché la felicità è data dalle piccole cose: una corsa in giardino, un nuovo gioco creato con qualcosa di riciclato, un sorriso di una persona cara.
Sulle colline dell'Emilia abitano molti contadini, sfruttati per i lavori nelle campagne dei grandi signori, poi reclutati in massa per combattere nella Grande Guerra e, dunque, costretti a lasciare le proprie famiglie nell'estrema povertà .
Tra le due guerre, la difficile vita di chi non possiede molto, la Resistenza, i Partigiani, le gare ciclistiche e la musica di Verdi si dispiegano nel romanzo di Vanessa Navicelli, Il pane sotto la neve.
Prezzo cartaceo 9,99€/ Prezzo Ebook 2,99€ per un totale di 200 pagine. |
Si tratta di un romanzo che è un inno alla vita, all'amore familiare e alle cose semplici che fanno bene al cuore.
Si tratta di un romanzo che racconta di radici lontane e storie passate che ormai abbiamo quasi dimenticato: il piacere di stare tutti insieme, a raccontarsi delle storie mentre si sorseggia il vino, passando il fiasco da una mano all'altra, magari dopo il lavoro sfiancante dei campi.
Tino si alza quando ancora è buio, alle quattro, per prendersi cura degli animali e sistemare la stalla. Mentre sorge l'alba, lui, Cesira (con al collo Rosa ed Emma per mano) e gli altri contadini sono già pronti ad andare nei campi, con gli arnesi in spalla e in mano un fagotto con il pranzo.
Leggendo frasi del genere, nel corso del libro, ci son venute in mente diverse considerazioni: innanzitutto il fatto che oggi non siamo altro che persone viziate e adatte soltanto a lamentarci, mentre solo pochi anni fa tutto quello che noi abbiamo e tutto quello che oggi evitiamo, sarebbe un vero miracolo per i nostri bisnonni.
In secondo luogo alcune di queste storie ci hanno emozionato, riportandoci alla mente alcuni racconti dei nostri nonni, che per lo più hanno vissuto il secolo scorso.
Quei nonni che sapevano pazientemente aspettare l'arrivo di una lettera o della primavera, quest'ultima per vedere spuntare quel pane sotto la neve tanto agognato.
Riscoprire le proprie radici, coltivare tradizioni antiche e vivere delle cose semplici del passato potrebbe essere un buon punto di partenza per migliorare questo nostro tormentato presente!
Perché, come Tino da semplice contadino ha imparato ha comprendere le verità storico-politiche del suo tempo liberandosi dalle proprie convinzioni, anche noi possiamo fare la differenza!
Ringraziamo di cuore la scrittrice che ci ha consentito di leggere le sue belle ed emozionanti parole per darne un modesto parere, che speriamo vi abbia lasciato qualcosa.