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La collana di cristallo di Cristina Caboni (edizione Garzanti) - recensione

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Antichi mestieri, donne alla ricerca di sé, una narrazione che coinvolge tutti i sensi ed è subito Cristina Caboni!
Una scrittrice di storie incantate, dove realtà e sogni si incontrano per fondersi insieme. 

E dopo aver assaporato il miele, esserci inebriate dei profumi e aver sentito l'abbraccio di un amore vero grazie ai suoi precedenti romanzi, eccoci qui a raccontarvi dell'ultima storia che ci ha consegnato. Una storia che affonda le radici nell'antica arte vetraria della bellissima città di Murano. Stiamo parlando di La collana di cristallo, edito da Garzanti.

Juliet è nata e cresciuta in America in una famiglia di medici che non comprendono il suo interesse per l'arte vetraia né sono tantomeno concordi alla partenza per l'Italia per vivere il suo sogno: seguire un corso presso la scuola per vetrai più prestigiosa al mondo.
Questo viaggio la porterà alla riscoperta di sé, alla scoperta di una storia e di un mistero che la riguarda da vicino: la collana di cristallo che la tata di famiglia le ha consegnato è molto più che un antico ricordo.
Juliet, così, mentre si troverà ad affrontare i pregiudizi all'interno della scuola, si metterà alla ricerca di risposte grazie al supporto di Marcus, il giovane e affascinante direttore della scuola.
Scoprire il passato della propria famiglia la aiuterà a capire quali scelte intraprendere nel futuro?


Prezzo cartaceo 18,60€/ Prezzo e-Book 9,99€ per un totale di circa 300 pagine.

 
 Chi è Juliet?

Una ragazza fragile? Un po', ma resa tale da una passione che l'ha portata ad essere percepita come una donna indecisa, fragile e incapace di scegliersi un futuro migliore.
Eppure Juliet è tutt'altro che fragile e insicura: conosce bene la sua passione e ha tutta l'intenzione di perseverare nell'apprendere di più sul vetro, affrontando la riluttanza della sua famiglia e i pregiudizi all'interno della scuola.
Lei è una vetraia e ha tutta l'intenzione di dimostrarlo!

«Io non sono come voi, è vero. Ma c'è una cosa nella quale io sono brava. Conosco il fuoco. So quanta potassa e soda aggiungere alla sabbia prima di infornare. Per quanto tempo arde il composto prima di fondere. Come accarezzarlo, il vetro, come blandirlo. Vedo le fattezze, il profilo, la forma perfetta. Percepisco il movimento, lo imprimo nella massa. Io creo. Conosco la materia. E quando sono davanti alla fornace sono felice.» Il cuore le batteva forte. Non aveva mai rivelato a nessuno quelle cose. In quel momento, si sentiva esposta, ma sperava che finalmente la vedessero per ciò che era: una vetraia, un'artista. Una persona che aveva sogni e progetti, e che desiderava raggiungere i propri obiettivi. Anche se non era alla loro altezza.»
 
L'arte del vetro, un'antica tradizione
 
Immergersi nell'antico mestiere del vetraio e osservare i delicati ed esperti tocchi dei maestri, ecco l'esperienza sensoriale che la Caboni offre attraverso le sue parole. Sentirai il calore del fuoco, vedrai il vetro plasmarsi sotto i tuoi occhi, annuserai i fumi della fornace e sentirai il paziente e intenso lavoro di abili mani gustando a pieno parola dopo parola.
 
Un'emozione intensa la immobilizzò: curiosità, desiderio, brama. Fissò le forti braccia del padre che roteavano un tubo metallico e poi, dopo averlo accarezzato sulla punta, lo adagiava su un supporto prima di immergerlo in qualcosa che aveva un odore acre. Lo osservò chino davanti alla bocca del forno, così vicino che si chiese come potesse sopportare il calore, ma un istante dopo lui tirava fuori... Oddio ma cos'era? Incandescente, la massa sembrava colare verso il basso, ma poi suo padre con un gesto rapido la fece girare su sé stessa e allora quella si ricompose come se ubbidisse a un comando. Nello stesso istante lui portò il tubo alle labbra e gonfiò le guance.

L'arte del vetro qui affonda le radici nelle antiche fornaci del secolo scorso e nella storia di una donna che ha lottato per tenere a galla l'eredità del padre: lei è Marina, la cui voce emerge saltuariamente tra le pagine offrendoci una storia all'interno della storia, attraverso un salto temporale che ci porta fino agli anni Quaranta.
Ma chi è Marina? Che rapporto avrà con la storia di Juliet?
Per scoprirlo basterà seguire l'arte del vetro e la sua eredità.
 
Juliet e Marcus 
 
Come ogni storia di Cristina Caboni che si rispetti non manca mai lo spazio per un po' di amore: l'attrazione tra Juliet e Marcus sarà subito evidente al lettore. Il loro rapporto potrebbe essere riassunto in due parole: dolcezza e scoperta
 
Moriva dalla voglia di toccarlo, di sentirlo attraverso il suo corpo. Ed era una sensazione strana, perché in genere faticava a lasciarsi andare in quel modo. Lui continuava a guardarla, a sorridere. 
 
Stile 
 
Una prosa calda e avvolgente, una carezza che scalda il cuore e fa sognare: ecco lo stile della Caboni al quale non riusciamo rinunciare sin dal suo primo romanzo.
Non perderete mai l'attenzione né l'interesse per un suo libro, possiamo garantirlo!

Non ci resta che ringraziare l'autrice e la casa editrice che ci hanno fatto dono di questo bel romanzo. Grazie Cristina, abbiamo adorato la tua lettera scritta a mano e chiusa da ceralacca con sigillo!
 
 

 
Della stessa autrice abbiamo letto anche:
 
Il sentiero dei profumi
La custode del miele e delle api
Il giardino dei fiori segreti
La rilegatrice di storie perdute
La stanza della tessitrice
Il profumo sa chi sei
La ragazza dei colori
 
Buone letture! 

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