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Due spighe di felicità di Vanessa Navicelli - recensione

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Colli dell'Emilia. Primi del Novecento. Rosa e Fausto sono una famiglia normale, vivono con poco, lavorano tanto e si amano ancora di più. Svolgono i lavori di un tempo, quelli che oggi sembrano quasi dimenticati, quelli che all'epoca erano l'unica possibilità di alcuni per portare a casa un tozzo di pane. 
Forse, a volte, non basta neppure l'impegno e la fatica di fronte a certi nemici, come la Guerra o il Fascismo, ma l'unione e la fraternità potrebbero essere la luce in fondo al tunnel anche nei momenti più bui.
 
Stiamo parlando del terzo romanzo che conclude la Saga della Serenella di Vanessa Navicelli, intitolato Due spighe di felicità.  
 
Prezzo cartaceo 12,99€/ Prezzo eBook 3,49€ per un totale di 280 pagine. 
 
L'amore ai tempi del corteggiamento 
 
D’un tratto, un giovanotto che sta lavorando su un tetto – un tetto basso, per fortuna – cade nella piazza, a pochi passi da loro.
“Oh, Signore!” grida Rosa, facendosi il segno della croce. Subito si precipita a soccorrerlo e, per sorreggerlo, s’inginocchia e lo tiene tra le braccia, con la testa appoggiata in grembo. “Mi sentite? Dite qualcosa, vi prego!”
Il giovanotto sembra svenuto.[...]
Ma ecco che il ragazzo apre gli occhi, si volta verso Rosa, che lo tiene ancora tra le braccia, e le sorride. “Ehi, non ci conosciamo neanche e già mi abbracci? Se continui così, finirai per compromettermi. Dovrai sposarmi, sai?”
Rosa scatta in piedi, mollandolo a terra.
“Ahio!” si lamenta scherzando il giovanotto.
 
Rosa e Fausto rappresentano la coppia emblematica del secolo scorso: un ragazzo fa la corte a una ragazza nel modo più semplice in assoluto. Le parla, le fa complimenti sinceri e la rispetta facendola ridere. Una risata, uno sguardo ed è subito amore.
Lui svolge tutti i lavori umili a disposizione, pur di "essere degno" di lei, di sposarla e costruire una famiglia insieme. Non è che la famiglia di Rosa non apprezzi il ragazzo, ma dopo il matrimonio della sorella Emma con un uomo benestante, quello di Rosa sembra un salto nel vuoto difficile da accettare per la propria bambina.
Eppure Fausto dimostrerà di essere un uomo in tutto e per tutto: amando la sua famiglia, sacrificandosi per questa e per i suoi valori, deciso a affrontare a muso duro ogni ingiustizia.
 
Tempi difficili 
 
 “Se il manganello non basterà, useremo la mitragliatrice. Pare che sia il motto di Balbo, il capo di quelli che hanno ucciso don Minzoni, e uno dei ras del Duce. E Farinacci, il ras di Cremona, uno dei peggiori estremisti, gira a gridare robe tipo: Tutto il potere a tutto il fascismo! Ed è il segretario del partito! Don Franco... Di me m’importa poco in fondo. Ma i miei figli, in questo mondo, che fine faranno?”[...]
Don Franco stringe il crocifisso che porta al collo. “Ci faremo forza l’un l’altro, Fausto. Come mi hai sempre detto anche tu! E tutti assieme staremo vicini ai bambini e cercheremo di proteggerli. Pregheremo perché questa follia finisca presto. E perché tutto il Paese si renda conto che è una follia.”
 
Credere nel comunismo, nella libertà e nella giustizia nei primi anni del Novecento non è certo impresa semplice e Fausto lo sa bene: vivere circordati da soprusi, da ingiustizie camuffate da belle iniziative, esecuzioni camuffate da giustizia, ecco quello che si trova ad affrontare giorno dopo giorno. 
Che razza di paese civile può assecondare tali follie? Quale futuro si prospetta per il popolo italiano vessato da una tale gestione politica? 
Be', adesso tutto questo non sembra poi così lontano nel tempo e, fa paura dirlo, ma sembriamo ora più che mai vicini a quel passato che tanto si è faticato a cambiare... 
 
Il nostro Paese sta facendo una cosa davvero brutta a un altro Paese che si chiama Etiopia. Lo stiamo attaccando per avere più terra e ricchezza; per rubargliela, capisci? Ma quelli che sono al potere non vogliono che si sappia la verità: dicono che andiamo per liberarli dalla schiavitù, per il loro bene.
 
Due spighe di felicità 
 
“Viviamo in tempi difficili” riprende a parlare Fausto.“E potrebbero arrivare anni anche più duri, forse altre guerre. L’unico modo per avere una buona vita, nonostante tutto, è tenere presente quel che conta davvero.” Fausto coglie due spighe. “Guardale, Giacomo. Sono gialle come l’oro. Però l’oro non sai da dove viene, com’è stato ottenuto: spesso è sporco di sangue. Il grano, invece, viene dalla terra e dal lavoro duro di gente onesta. E diventerà pane che finirà sulle nostre tavole e ci sfamerà. Vedi? Il colore potrebbe essere simile, eppure... Non fermarti alla superficie. Cerca di guardare sempre alle cose del mondo con profondità. E allora riuscirai a trovare la felicità – vera – anche in due spighe di grano. 
 
Nonostante le brutture, le guerre e tutto il dolore, Vanessa Navicelli ci descrive anche un'altra faccia della medaglia: la gente onesta, il lavoro che gratifica, le piccole cose, la vita semplice e lenta della campagna. E poi ancora gli odori, il vento che scompiglia i capelli, le giornate che finiscono con un caldo abbraccio tra le mura domestiche. 
Tutto questo è quella semplicità che basta per fare la felicità di ciascuno, se solo si è disposti a rallentare e ascoltare. 
 
“Avete una pianta di serenella profumatissima” dice Mario, avvicinandosi a odorarla. “Mica tutte profumano così tanto. Che spettacolo...”
“E dovresti sentire il profumo che c’è in casa! Rosa ne va matta e, quand’è stagione, ne mette qualche rametto in ogni angolo. Come ti giri, ti trovi davanti un vasetto di serenella! C’è più profumo da noi che in una profumeria” ride Fausto.
 
 
Lo stile 
 
Le parole e la scrittura della Navicelli sono come un racconto dei nonni: parole magiche che rievocano il passato riportandolo in vita. Sono parole che trasportano profumi, carezze, sensazioni di calore che cullano il lettore dall'inizio alla fine.
Lo fanno con un lessico che ricorda un po' l'italiano dei nonni e di chi è venuto prima di loro, ma anche forme dialettali che rendono l'immaginazione ancora più vivida (con tanto di traduzione per chi come noi non conosce tutti i termini).
 
La not lè fàta pri ladër e pri murùž. – La notte è fatta per i ladri e per i fidanzati.
 
Insomma una lettura che trascina, emoziona e suscita anche più di una lacrima di nostalgia e di tristezza. Si tratta di un romanzo che è un tuffo nella narrativa storica, nella Grande Storia, ma anche una saga familiare che abbraccia le vite dei singoli.
 
Se vi va di recuperare tutta la saga, ecco la lista completa con le nostre recensioni: 
 
La Saga della Serenella
 
Due spighe di felicità 

Non ci resta che ringraziare Vanessa che, con tanta pazienza, ci ha affidato anche l'ultimo romanzo della saga attendendo il nostro parere. Grazie per averci regalato emozioni, ricordi e tante riflessioni!

Alla prossima lettura. 

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