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Il mio nome è due di picche di Sandra Bonzi (Garzanti editore) - recensione

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La giornalista Elena non ha di certo una vita tranquilla: dal ritorno a casa dei figli alle nuove avventure dei genitori anziani passando da un concetto di ‘matrimonio’ non certo stabile, la sua vita è sempre costituita da un flusso di emozioni e di situazioni che sfiorano l’irrealtà. Come se non bastasse, la sua nuova ginecologa viene assassinata nel proprio appartamento da un killer misterioso i cui indizi sembrano collegare al mondo del gioco del burraco.
Così la giornalista si ritroverà a indagare con il fidato praticante Andrea e conoscerà delle personalità molto estrose facendo uso del suo quinto senso e mezzo.

In breve, questo è tutto quel che c’è da sapere su Il mio nome è due di picche della scrittrice Sandra Bonzi edito da Garzanti.
 
Prezzo cartaceo 17€/ Prezzo eBook 9,99€ per un totale di circa 300 pagine.
Le relazioni
 
In questo libro possiamo trovare due argomenti: l’omicidio e le relazioni. Infatti durante le indagini Elena si troverà a interagire con diversi personaggi.  

Prima di tutto in famiglia: la madre ottantenne della protagonista che, insieme alle due amiche (le sorelle Giuffrida), si diletta a impersonare la detective esperta alla pari della famosissima Signora in Giallo; il marito con il quale si trova in una fase di distacco relazionale che sarà la causa di ricerche di attenzioni altrove; il padre di Elena che si ritrova, dopo il divorzio, a riscoprire l’amore e una nuova attività con la nuova compagna e infine i figli che, tornati al nido, faranno ripiombare Elena nel ruolo di madre anche se, d’altra parte, le faranno venire voglia di ritrovare i propri spazi nonostante l’affetto. Come la stessa protagonista ripete spesso: Altro che lacrime e malinconie… la casa libera andrà festeggiata con una bottiglia di champagne!
 
A questo si aggiungono le relazioni esterne come l’amica Claudia, concorrente in amore, il cui aiuto non è sempre mosso da spinte altruistiche; il praticante Andrea alle prese con una nuova relazione e desideroso di mettersi in gioco nel mondo del giornalismo; e gli incontri con uomini, tra criminologi e magistrati, dovuti a questioni lavorative, che faranno riaffiorare la volontà di ulteriori relazioni nel cuore della protagonista.

Insomma, si può dire che di certo i personaggi non mancano, ognuno con la propria storia e i propri sentimenti.

Cosy Crime

Una donna è morta. Non sappiamo ancora né come né perché né chi l’abbia uccisa. Non sappiamo se ha dei parenti, un marito, dei figli. Certo non è una morte naturale.
 
Nonostante qualche frase che ci catapulta in un crimine violento, le indagini prendono delle svolte davvero simpatiche, tra false piste, protezioni testimoni esagerate e agenti che vengono relegati al ruolo di cuochi e dog-sitter. Certamente se da una parte alleggeriscono i toni, d’altra parte gli indizi sembrano avere poca valenza o comunque non portano in un reale direzione fino a quando il cerchio si chiude e tutto si incastra quasi alla perfezione.
Di sicuro gli aiuti non mancano, la risata è sempre dietro l’angolo e il tutto viene circondato da riferimenti a serie tv, film e soprattutto canzoni d’amore che incorniciano questa indagine.

Una protagonista frizzante
 
In tutto ciò, emerge una figura con tutte le sue emozioni e caratteristiche: la giornalista Elena. Una donna che si ritrova a lottare con i ‘problemi’ familiari, a dispensare consigli a chiunque ne abbia bisogno e ad accogliere, anche senza il suo effettivo consenso, persone e novità nella sua vita. 

D’altra parte emerge pure il suo lato giornalistico: quello che mette da parte le relazioni per arrivare al tanto agognato scoop della vita per lottare anche contro gli stereotipi (a volte provenienti pure dalla stessa protagonista) e arrivare alla ricerca della verità perché:

Quando la cronaca ci sfiora, quando la morte colpisce qualcuno che ha incrociato, anche se per breve tempo, la sua vita con la nostra, allora tutto cambia e quella roba smette di essere semplice notizia o brillante occasione per fare uno scoop, e acquista sostanza, corpo e peso. E diventa esattamente quello che è. Una vita violentemente interrotta, affetti recisi e mille pensieri, progetti e sogni spazzati via.
 
In tutto ciò, Elena cerca di rimanere con una mente aperta, forse anche troppo, dove il concetto di matrimonio e di fedeltà è sempre relativo e dove relazioni e vite sono costituite da fasi di passione alternate ad altre di maggior equilibrio.

Di sicuro fa appassionare, la narrazione diventa molto fluida grazie alla protagonista abbastanza esuberante e frizzante, che sicuramente ti farà tornare il sorriso anche in una brutta giornata.

PS. Recensione a cura di nostro fratello Alberto. Ringraziamo la casa editrice per questa collaborazione.
Alla prossima lettura!

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