Io sono una tessitrice di storie, senza racconto non esisterei.
Hai mai provato a metterti nei panni di grandi personaggi della letteratura raccontati dalle voci dei loro autori? Hai mai provato a sentire la versione dei fatti di chi è stato "narrato" da altri?
Francesca Sensini ha permesso a Elena di Troia, una delle donne più note e al contempo più enigmatiche dell'epica greca, di raccontare e raccontarsi.
Quella di Elena è una voce fuori dal tempo, che vive ancora attraverso i secoli e affronta temi universali a partire dalla storia che Omero ci ha consegnato. Propone versioni diverse della storia, le analizza ma soprattutto le affronta dal suo punto di vista.
Elena è una donna, Elena è un desiderio, Elena è uno scandalo.
Tutto questo lo trovi in La trama di Elena, edito da Ponte alle Grazie.
Dove tutto è iniziato
Omero, il vecchio aedo, ha dato voce al nostro popolo o, per meglio dire, agli uomini del nostro popolo [...]. Si è nascosto dietro i suoi personaggi, anche dietro di me. Soprattutto dietro di me. Ha fatto di me lo snodo del desiderio di tutti, il centro a cui si mira. Tuttavia, ha capito perfettamente che sono un bersaglio mobile e mi ha amata proprio per questo.
C'era una volta un uomo, un cantore che, munito soltanto di una cetra, raccontava storie di eroi leggendari e grandi imprese. Tra queste la devastante guerra di Troia, che per dieci lunghi anni ha messo Greci contro Troiani generando morte e distruzione. Tutto per causa di una donna, o meglio questa è la "ragione poetica" a una lettura superficiale dell'opera: Elena è stata rapita, sottratta al marito e portata in un'altra terra. È una vittima, dunque? No. Si è lasciata abbindolare dalle avances di Paride, scegliendo di andare con lui.
Quale fu la causa allora? Il rapimento o l'amore?
L'amore secondo Elena...
Sull'amore non si giura. Posso affermare, però, che mi sono innamorata, me ne ricordo bene. E mi ricordo di me innamorata quasi fossi un'altra persona; dunque con la giusta distanza. Riconosco la fiamma, la rivedo bruciare, ma non corro pericolo d'ustioni.
Alcuni tuttavia mi smentiscono. Dicono che no, non ho mai amato davvero perché ho tradito, non ho tenuto conto del bene e del male. Anzi, li ho mescolati fino a renderli indistinguibili e a far dubitare di me. [...] L'amore non è devozione, non è impegno, non è neppure affetto. È una forza vitale. Siamo noi a vestirlo di panni civili, ad assegnargli incarichi morali, consolatori, razionali. E non c'è nulla di male se ne siamo coscienti, non voglio dire questo; solo ricordare, anche a me stessa, che Eros è un bambino di tre anni, che non cresce mai, che va in giro nudo, e invece di un pupazzetto morbido, di un sonaglio che tintinna, ha arco e frecce per trastullo.
Alcuni tuttavia mi smentiscono. Dicono che no, non ho mai amato davvero perché ho tradito, non ho tenuto conto del bene e del male. Anzi, li ho mescolati fino a renderli indistinguibili e a far dubitare di me. [...] L'amore non è devozione, non è impegno, non è neppure affetto. È una forza vitale. Siamo noi a vestirlo di panni civili, ad assegnargli incarichi morali, consolatori, razionali. E non c'è nulla di male se ne siamo coscienti, non voglio dire questo; solo ricordare, anche a me stessa, che Eros è un bambino di tre anni, che non cresce mai, che va in giro nudo, e invece di un pupazzetto morbido, di un sonaglio che tintinna, ha arco e frecce per trastullo.
L'Elena della Sensini non è soltanto quella donna che è divenuta personaggio di un racconto: qui Elena veste i panni di una narratrice essa stessa, diventa un Omero che indaga sentimenti universali, come l'amore, in un'analisi puntuale argomentando le sue affermazioni e regalandoci immagini che si rivestono di poesia.
Rileggiamolo: Eros è un bambino di tre anni, che non cresce mai, che va in giro nudo, e invece di un pupazzetto morbido, di un sonaglio che tintinna, ha arco e frecce per trastullo.
...e l'affabilità di Paride
«Anche se non ti vedo» - mi disse - sei evidente. Quello che di te si racconta ti dà corpo anche quando il tuo corpo non c'è. La tua fama è arrivato fino a Ilio a soffiarmi sulla fronte il tuo viso, portandosi via il mio respiro. L'ho ritrovato qui, dentro questa reggia, quando mi sei passata accanto, spostando l'aria nella mia direzione, mentre convocavi l'ultima luce del giorno sulla linea del tuo profilo, facevi tremare le statue di bronzo e scorrere il sangue nelle venature dei marmi». Così parlò Paride e io pensai che fossero parole molto belle.
Il corteggiamento di Paride è costruito attraverso parole che vanno oltre l'idea del "premio di Afrodite", a seguito della sua attribuzione della mela della discordia: Paride parla di amore, di un desiderio che lo ha guidato a raggiungere la donna desiderata affrontando il mare. Parla di un sentimento che è più di un capriccio e questo non può che far sospirare la bella Elena, sempre rinchiusa tra le mura di casa.
La scelta
E poi, a volte, scegliere è troppo difficile. Il bilancino non garantisce il giusto dosaggio di prudenza e di audacia, il calcolo esatto del futuro. La tela della realtà è robusta e appiccicosa. A Troia, mi è capitato di pensare che sarebbe stato meglio fossi morta; anzi, che non fossi mai nata.
Mi voglio dunque assumere il carico di essere Elena, innamorata di Menelao, di Paride e poi di nuovo di Menelao, e di altri ancora, prima e dopo. Sono quella che ha scelto l'amore, quella che gli dèi hanno scelto come loro emissaria, al di là del bene e del male. E non mi sono mai sentita vittima.
Ma ciò che davvero importa è che Elena abbia compiuto una scelta, abbia volontariamente deciso di andare con Paride, di abbandonare il marito, di raggiungere una terra in cui sarebbe stata vista come straniera e mai sarebbe stata accettata, amata...
E per seguire l'amore ha scelto di andare e poi tornare indietro, mai vittima dei avvenimenti ma sempre consapevole del suo viaggio. Una donna che ha scelto l'amore e lo ha accolto a ogni suo mutamento.
Lo stile
Francesca Sensini ha dimostrato una straordinaria capacità di leggere dentro l'anima di un personaggio davvero tormentato nella storia della letturatura. Ci ha regalato una versione della storia attraverso gli occhi di una donna, molto lontana dal nostro tempo, portando alla luce sentimenti e valori universali ancora validi, in uno stile che è narrativo, ma anche poetico e riflessivo.
Insomma, come ha ben detto lei, ci ha dimostrato quanto davvero l'epica sia il sogno della storia, capace di emozionare e di ispirare qualunque lettore.
Non ci resta che ringraziare la casa editrice per la copia inviataci e Francesca per tutte le emozioni che ci ha fatto vivere ad ogni sua pagina.
Alla prossima lettura!
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