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Will Shakespeare, la tua volontà? recensione

15:50

William Shakespeare ha accompagnato tutta la mia vita.
William mi ha fatto piangere, mi ha fatto ridere,
mi ha dato coraggio, mi ha fatto sentire fragile e poi
infinitamente forte.
William.
Will.
Volontà.
Questa è la storia di una donna che ha amato Shakespeare.
Ofelia. Io. Io sono Ofelia.


Shakespeare, quel noto poeta inglese, le cui parole riempiono i nostri social continuamente, spesso senza conoscerne il vero significato. Lui che è stato padre della letteratura inglese, è anche divenuto parte delle riflessioni di Cinzia Pagliara nel suo Will Shakespeare, la tua volontà?, edito da Edizioni Haiku.
Prezzo cartaceo 10,80 €/ Prezzo Ebook 5,99€ per un totale di 100 pagine.
Il monologo della scrittrice mira, secondo quello che abbiamo saputo cogliere, non soltanto alla descrizione della figura del poeta in questione, ma anche a svelare l'animo della stessa Cinzia Pagliara: lei che sin da giovane viveva di parole, pronunciate ma anche scritte, come quelle di Shakespeare sono state scritte e recitate. E così che tramite l'identificazione con le figure femminili del poeta, quali Giuletta e Ofelia, la scrittrice va via via allineando se stessa a William.

Poi da ragazza volevo emozioni. Ed erano tutte là, nella letteratura. Di ogni nazione, in ogni lingua.
Milioni di parole che parlavano di vite. E di me. Poi, crescendo ancora, sono arrivate le mie parole. Parole dette, ma soprattutto scritte. Pagine e pagine fitte fitte di parole. Diari infantili con disegni, cornicette e cuori. Pagine di quaderni dalla copertina rigida, con poesie adolescenziali e citazioni da incidere nell'animo. E cuori. Pagine di agende impregnate di citazioni diventate mie e piccoli aforismi personali che custodivano momenti della mia vita. E cuori. Ho sempre disegnato cuori sulle mie pagine (mimetizzandoli per non apparire banale).

Mi piaceva, mi piace la seduzione mentale. Niente a che vedere con una scollatura troppo profonda
o un orlo troppo accorciato, e non è per apparire intellettuale. No, affatto. Credo l’esatto opposto.
Credo che sia molto più audace, più spinta, più erotica. Può dire qualunque cosa. Promettere qualunque cosa. La seduzione mentale può permettersi di non avere limiti. Per questo mi piace.
Giulietta è così: audacemente seduttiva fin dalle prime parole [...]
Giulietta è diretta, non convenzionale, spregiudicata. Ma bisogna ascoltare: Giulietta deve essere ascoltata. Poi si ama per sempre, fino alla morte. 

Il titolo del suo libro, inoltre, allude a un gioco di parole che rivela questa identificazione tra l'autrice del testo e il poeta inglese, trasformando il suo monologo in una sorta di dialogo silenzioso con quell'uomo del XVI secolo: Will, volontà, I Will, Io/Shakespeare.
Insomma il libro della Pagliara è ricco di parole semplici ma che, accostate tra loro, creano allusioni, immagini e riflessioni molto alte.

A conclusione del monologo troviamo “Shall I die?”, un sonetto inedito e molto discusso riguardo la paternità del noto poeta: il tema troppo banale e la rima troppo ricercata da apparire eccessiva non hanno mai convinto gli studiosi ufficiali. Traducendolo e consegnandolo ai lettori la scrittrice ha voluto rendere a ciascuno di noi un testo, che al di là del suo autore, merita di essere conosciuto.
La musicalità del verso, l'intreccio interno di rime e il ritmo sono i caratteri che maggiormente hanno spinto la Pagliara ad ammirare tale testo, che sia del suo tanto amato Shakespeare o meno.

Non ci resta che lasciare a voi, lettori come noi, la possibilità di dire la vostra.
Noi non possiamo che ringraziare la scrittrice, per la sua disponibilità ma soprattutto per la sua enorme pazienza nell'attendere questo nostro umile commento sul suo profondo testo!

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4 commenti

  1. Sembra una lettura davvero molto interessante, ci farò un pensierino ^^

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  2. davvero interessante questo romanza un ottimo punto di vista .. me lo segno

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  3. mi incuriosisce molto questa lettura, sarà sicuramente l prossima

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  4. È il mio poeta preferito, interessante!

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