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Non lasciarmi andare - recensione

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Cosa significa essere una bambina di soli dieci anni e vivere da sola con una madre costantemente assente a causa della droga? Cosa si prova a sperimentare già da piccoli il senso di solitudine dettato dall'abbandono e quali conseguenze comporta? Chi può ascoltare le urla silenziose di una bambina, incapace di farcela con le proprie forze?
Da queste premesse nasce il racconto di Catherine Ryan Hyde edito da Leggereditore, Non lasciarmi andare.

Prezzo del cartaceo 16€ / Prezzo Kindle 4,99€


La giovane Grace abita in un condominio pieno di solitudine: tutti i suoi inquilini abitano da soli e sperimentano la solitudine sotto diverse sfaccettature. Grace è l'unica a cercare di risolvere questo problema e nel farlo chiede aiuto ai vicini di casa: ben presto, infatti, si renderà conto del fatto che nessuno verrà a sapere nulla della sua condizione finché resterà in casa.

<<Perché te ne stai seduta qui fuori?>> [...]
<<[...] Se mi siedo dentro, nessuno saprà che sono nei guai. Per cui nessuno mi aiuterà.>>

Ecco perché farsi notare da Billy, Felipe, il signor Lafferty, la signora Hinman e Rayleen diventa l'obiettivo primario delle sue giornate. Tutto ciò finché la meta di Grace raggiungerà nuovi orizzonti: aiutare la madre a disintossicarsi e i suoi vicini a lasciare alle spalle la loro solitudine per abbracciare la vita e le possibilità che essa offre.

Certamente tra i temi fondamentali del libro emerge quello del rapporto Madre-Figlia, un rapporto contrastato, di amore e odio, di gioia e sofferenza. Perché una madre irresponsabile e disattenta ai bisogni di propria figlia non può che essere disprezzata, o meglio l'opinione comune sarebbe questa.
Ma si può davvero abbandonare la propria madre e lasciarla affogare nei suoi errori senza provare a fare qualcosa per lei?

<<Situazione strana per me e mia madre. Non siamo mai andati molto d'accordo. [..] Penso che la maggior parte delle persone che ci conoscevano pensassero che non ci piacevamo per niente. [...] Io lo vedo più come una sorta di legame crudele. Se non ci fossimo amati molto, non ci sarebbe stato spazio per tutto quel fuoco. [...] Per cui credo che le persona pensino che non è molto dura perdere una madre quando non ci vai d'accordo. Ma si sbagliano. [...] Perdere una madre è sempre una cosa dolorosa. [...] Ãˆ tua madre. Tua madre. Ãˆ un legame molto forte da spezzare.>>

Ecco perché per Grace se i vicini possono essere dei buoni amici/compagni di giochi, il suo pensiero costantemente tornerà alla madre e al bisogno di trovare un modo per starle accanto e sostenerla.

Si tratta certamente di un romanzo molto scorrevole che fa molto riflettere, dal momento che purtroppo queste non sono semplici circostanze letterarie, ma situazioni reali che accadono sotto i nostri occhi e di cui spesso non ci accorgiamo neanche.
Ecco perché Non lasciarmi andare non è semplicemente un bel racconto significativo, ma una lezione di vita: prestiamo più attenzione alle persone che ci circondano, anche a chi ci appare più scorbutico o viceversa sempre allegro. Dietro una maschera di ostilità o costante gioia si nasconde spesso un tormento interiore.

Naturalmente non possiamo che ringraziare la casa editrice per averci consentito ancora una volta di leggere un bel romanzo come questo ed esortiamo tutti voi a fare un salto in libreria per provare a dare una lettura e capire se fa per voi!

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3 commenti

  1. Farò sicuramente un giretto in libreria anche perché mi piace molto leggere :-) Ti aspetto da me

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  2. Io adoro tanto i libri di introspezione e di trattati psicologici e questo sembra decisamente appartenere alla categoria.

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  3. Interessante faró un salto in libreria :)

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